Il settore manifatturiero tiene e punta alla trasformazione digitale
Secondo i dati Istat relativi al terzo trimestre 2022, l’economia italiana continua a crescere. Crescita confermata dall'incremento dello 0,5% registrato dal Pil. Andamento positivo anche per i due terzi (66%) delle imprese manifatturiere italiane e portafoglio ordini adeguato per il 70% delle aziende. La manifattura si conferma forza trainante del nostro Paese, nonostante negli ultimi mesi instabilità politica e rincari energetici abbiano reso incerta la situazione economica italiana mettendo a dura prova industria e PMI. È quanto emerge dall’Osservatorio MECSPE di Senaf sul 2° quadrimestre 2022, che da anni indaga andamento e trend della manifattura in Italia, e della sua transizione digitale in ottica 4.0. Interessante in questo senso la comunicazione del MISE secondo la quale ammonta a 2,2 miliardi di euro il totale dei bonus Transizione 4.0 finanziati dal PNRR, elargiti alle imprese per perseguire l’obiettivo della trasformazione digitale, attraverso lo strumento del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali e per la formazione del personale.
L’Osservatorio evidenzia la crescita della quota di imprenditori informati sul PNRR (57%) e di chi ha usufruito del Fondo Competenze (41%). Le principali destinazioni d’uso degli investimenti nel digitale sono verso cybersecurity (41%), robotica collaborativa (25%), additive manufacturing (25%) e cloud computing (23%).
Lo stato di salute della manifattura si conferma buono anche per il secondo quadrimestre, dunque, ma non al riparo da rischi esterni. L’Osservatorio rivela infatti che l’aumento dei costi di materie prime ed energia ha avuto un impatto da medio ad alto sulla produttività per il 94% delle imprese. Una situazione che ne ha intaccato la fiducia in generale – calata dal 57% al 34% in un anno – e nel settore (37%). Non stupisce quindi che gli aumenti dei costi energetici siano la più grande preoccupazione per gli imprenditori del manifatturiero (49%), seguiti dalla paura per la guerra Russia-Ucraina (18%), dall’aumento dei prezzi e dalla difficoltà di reperimento delle materie prime (10%) e infine dall’instabilità politica e dall’inflazione (entrambi al 5%).
Nonostante le difficoltà che colpiscono tutti i comparti produttivi del Paese, le imprese manifatturiere sono resilienti e il quadro generale mostra un’industria solida e intenzionata a crescere: otto imprese su dieci sono intenzionate a intraprendere un percorso di espansione in termini di dimensioni, produzione e internazionalizzazione. Il fatturato del secondo quadrimestre tiene, per il 53% cresce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e le previsioni per la fine dell’anno sono positive per quasi sei aziende su dieci. In aumento anche l’export, e in particolare rispetto al primo quadrimestre sale il numero di imprese che generano oltre il 70% del proprio fatturato all’estero (da 7% a 13% del campione), prevalentemente in Paesi UE, in particolare verso Germania e Francia, importanti territori manifatturieri a cui l’Italia è legata da una solida catena di fornitura.
Infine l’Osservatorio rivela che il 40% delle aziende del campione si ritiene sostenibile, e in particolare, dal primo al secondo quadrimestre, sale la quota di chi ha scelto la strada delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica nei propri impianti (dal 34% al 42%). Numeri positivi anche per la formazione: oltre sette imprenditori su dieci hanno già formato o prevede di assumere personale con competenze adeguate per attuare la trasformazione 4.0, e circa il 62% ha in essere partnership con Università e ITS
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